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immersi nell'oceano quantico

IMMERSI NELL'OCEANO QUANTICO

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*/  Bistnoo prese una mela dalla riserva di frutta raccolta in una foglia di palma, ficcò una mano nell'arenile trovò una chela d’aragosta, con un soffio la liberò dalle impurità, con la punta della chela incise il frutto in due emisferi uguali, azionò le sue“magiche ciliegine” tenendole salde all'altezza dei propri occhi dicendo: ‘ecco fatto!’. Sopra loro si materializzarono due emisferi di mela che ruotavano librandosi sopra il cielo notturno del mare Eureka. L’ologramma ruotava lentamente in senso antiorario, mentre lo zoom avanti  ingrandiva le porzioni del frutto a velocità costante.

L’immagine dilatata occupava ormai buona parte del cielo notturno; la camera riprendeva soltanto la polpa bianca opalescente di mezza mela che nell'avvicinamento tridimensionale divenne irriconoscibile. 

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La polpa del frutto si trasformò presto in una foresta di tubi esagonali con fori cavernosi giganteschi, mentre l’immagine ingrandiva entro la foresta di tubi inestricabili lo zoom penetrò un filamento diventando un enorme labirinto, un moltiplicarsi di prismi, permettevano all'occhio di individuare le prime cellule del vegetale; e un attimo dopo lo zoom si infilò in una cellula, fummo investiti da un bombardamento d’atomi dove infuriavano attorno ad essi grovigli di particelle subnucleari, protoni, neutroni, elettroni, fotoni, e corpuscoli ignoti che  vorticavano furiosamente all'impazzata.

L’immagine rallentò in quella fase intermedia quel tanto, ossia un miliardesimo di un miliardesimo di secondo tanto da poter osservare il protone, l’elettrone e l’antineutrino nella fase vorticosa rallentare attorno all'atomo descrivendo i movimenti di  allontanamento, e disegnando le orbite intraprese. Intanto lo zoom che  procedeva costantemente penetrò nel nucleo di un protone, all'interno come fuori era tutta frenesia dovuta in parte alle tre particelle dei quark. Un tira e molla tramite l’opera mediatrice dei gluoni che come elastici tenevano legati il neutrone compiendo in quel modo l’interazione debole, cioè i due ‘quark up’ e un ‘quark down’ così nel protone opposto, due ‘quark down’ e uno ‘up’, rendevano più stabile l’interazione. Pensai fosse finita così la sequenza ma l’immagine si dirigeva imperturbata penetrando all'interno di un ‘quark down’ contrariamente su ciò che si asseriva nel predicato cioè: (il quark è privo di struttura interna) osservando con stupore che dentro ad esso si muovevano all'unisono una sorta di globi indefinibili, comportandosi similmente come il ciclo rotatorio del nostro sistema solare. I globi ruotavano su se stessi compiendo una circonvoluzione attorno ad una particella ignota con orbite ellittiche,  assieme al suddetto mesone composto da un antiquark, un pione negativo e un ‘anti-up’ di carica negativa, che s’opponeva a quella positiva con ripetute flessioni, compiendo  la così detta ‘cromo dinamica quantistica elettro debole’; da qui si poteva constatare che ogni particella elementare nota o ignota aveva un partner ‘simmetrico. Lo affermava anche Bistnoo e Lhù annuiva convito, ma lei diceva pure che la funzione non poteva essere sovrapposta, e, mentre svelava segreti e considerazioni lo zoom penetrò un mesone di carica positiva, producendo un infinità di filamenti brevi e altri lunghi e sottilissimi. Ecco! Disse Bistnoo: Ciò che vedi,  sono i ‘capelli d’angelo’. L’ingrandimento metteva in risalto i filamenti che si ricongiungevano ad anello come una sorta di stringhe da scarpe, (anisotropie del fondo cosmico) legando insieme le infinite particelle dove a loro volta legavano altrettanta materia vicina e lontanissima. Fili infiniti per tutto lo spazio infinito, come corde di un immensa arpa che tramite le frequenze oscillatorie oltre alle onde gravitazionali erano causa di armonie virtuose, un piacevole suono profondo che s’espande nell'olistico universo fremente di vibrazioni.

fa sì che tutte le armonie siano a un determinato grado d’intensità. Ogni cosa visibile nell'universo è il prodotto della ‘luce-suono che ci informa di sé. La melodia degli universi unificati, sono una volontà cosmica che comunica consapevolmente sulle infinite dimensioni. Mentre concettualizzava il sistema spiegando le varie ragioni  i vari passaggi,  lo zoom a caso penetrò le capillarità di una stringa che Bistnoo chiamava ‘capelli d’angelo’. Con stupore Lhù constatò che nell’interno la stringa era cava, assai simile alla catena molecolare umana di forma elicoidale, avanzando nel campo lo zoom ingrandiva l’immagine si coglievano un numero elevato di micro ovuli legati ad una  membrana centrale, ogni filamento  positivo era  opposto al negativo e anch’esso vibrando emetteva suoni in ‘do’ (in settima chiave) andandosi unire al fondo dell’armonia cosmica. Procedendo lo zoom s’infilò in un ovulo sospeso alla membrana, di carica positiva, dentro apparve un mondo nuovo;  zeppo di forme ibride che sprigionavano fotoni a coppie gemelle, formando fasci che s’aggiravano con lunghe traiettorie orbitali assieme a neutrini informi.

immersi nell'oceano quantico

Riportando per così dire Lhù alla realtà disse: Questo è un breve saggio visivo sul microcosmo, la consapevole regola del dominio infinitesimale di

'ordine implicato’.

Il cosmo è in continua trasformazione, procede perpetuamente come lo zoom dell’ologramma in movimento, volevo dire nell’olomovimento, nel vastissimo campo che si connette all'immensità macroscopica e olistica di tutti gli universi, per altro in continuo ‘entanglement’ che oltretutto si sdoppiano. Da ciò quindi non abbiamo un aggrovigliarsi irrazionale, bensì un impigliarsi dinamico e senziente, che spiega in modo profondo e semplice che noi siamo immersi in un grande oceano consapevole di un micro e macro cosmo elegantemente legato e chiaramente espresso, dove lo scopo consiste

Bistnoo disse soddisfatta: le particelle subatomiche corrispondono a un immenso oceano corpuscolare che concerta in armonie cosmiche, tutto ciò che osserviamo e percepiamo dall'universo sono l’eco dei nostri pensieri, le azioni, le nostre idee che direttamente e/o indirettamente influenzano la materia ordinaria e quella organizzata e così pure l’energia oscura, e quella definita materia specchio fa sì che tutte le armonie siano a un determinato grado d’intensità. Ogni cosa visibile nell'universo è il prodotto della ‘luce-suono' che ci informa di sé.    

La melodia degli universi unificati, sono una volontà cosmica che comunica consapevolmente sulle infinite dimensioni.   

Mentre concettualizzava il sistema spiegando le varie ragioni i vari passaggi, lo zoom a caso penetrò le capillarità di una stringa che Bistnoo chiamava ‘capelli d’angelo’. Con stupore Lhù constatò che all'interno la stringa era cava, assai simile alla catena molecolare umana di forma elicoidale, avanzando nel campo mentre lo zoom ingrandiva l’immagine si coglievano un numero elevato di micro ovuli legati ad una membrana centrale, ogni filamento positivo opposto al negativo anch'esso vibrava emettendo suoni in ‘do’ in settima chiave andando a unirsi al fondo dell’armonia cosmica. Procedendo lo zoom s’infilò in un ovulo sospeso alla membrana, di carica positiva, dentro apparve un mondo nuovo; zeppo di forme ibride che sprigionavano fotoni a coppie gemelle, formando fasci che s’aggiravano con lunghe traiettorie orbitali assieme a neutrini informi.

All'interno dell’ovoide si era in un campo calmo, più lento del solito, nel centro d’un paesaggio liquido, una visione serena comunque troppo veloce per essere analizzata e permettere le necessarie considerazioni del sistema, e mentre si cercava di descrivere la strana visione Bistnoo arrestò l’ologramma sospendendo tutto con un fermo immagine nel buio cielo del mare Eureka.

 

nell'uniformare cose che apparentemente sembrano separate e frammentarie ma effettivamente legate, e che realizzano il completamento lento dettato da Matrix Natura con tutto e anche noi stessi direttamente coinvolti.

Bistnoo: la metafora dell’ologramma e della mezza mela è stata ben rappresentata è vero Lhù?

Per semplificare il concetto ho ritenuto d’interrompere la visione, dunque se non l’avessi fatto lo zoom sarebbe andato avanti ore senza per altro porre una fine definitiva. Questo esempio è un parziale dettaglio; l’orientamento concettuale di logica e matematica sul microcosmo infinitesimale inscindibile alla materia cosmica.

L’azione dell’ologramma si azionò nuovamente materializzando la visione, però questa volta zoomando indietro, ricompattando le immagini già rivelate, uscendo dai nuclei delle particelle fino all’aggrovigliarsi dei filamenti della polpa bianca, che rimpicciolendo ricomponeva la visione iniziale dei due emisferi separati di mela, che ruotavano lentamente sul cielo notturno del mare ’Eureka’.

Luciano Bertoli

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